Storia

Achille Pavarin nasce nel 1930: in quel periodo si diventa grandi in fretta e come molti della sua età a soli 14 anni prende lavoro come apprendista presso la gloriosa "Ganna" una delle aziende più rinomate per la costruzione di biciclette.Ragazzino sveglio, buona volontà ma soprattutto tanta voglia di imparare che suscita un particolare interesse da parte dell'azienda che in breve lo inserisce nel reparto corse. Questo incarico stimola in lui il desiderio di "rubare il mestiere" a quei grandi maestri che del loro lavoro hanno fatto uno scopo di vita. Gli insegnano a costruire e riparare telai, forcelle, montare ruote gestire in ogni sua parte una bicicletta compresa una grande quantità di malizie, tanto che nel 1949 viene promosso operaio qualificato.Il suo obbiettivo però è quello di seguire la squadra di professionisti che porta lo stesso nome della ditta. Il suo sogno si avvera l'anno successivo (era il 1950): viene nominato aiuto primo meccanico e partecipa così al suo primo Giro d'Italia professionisti.

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Tutto viene messo in discussione nuovamente perché ora la voglia è quella della grande nomina: diventare 1° meccanico. Nel 1955 viene consacrato definitivamente 1° meccanico e in quegli anni assiste atleti del calibro di Fiorenzo Magni, Bini, Logli.

Nel 1964 dopo 20 anni di onorato lavoro alla Ganna viene interpellato dall'Ing. Giovanni Borghi proprietario degli stabilimenti Ignis, che lo vuole nel suo Team per assistere atleti di grande spessore come Antonio Maspes (8 volte Campione del Mondo), Ercole Baldini (Campione del mondo), Marino Vigna (Olimpionico a Roma). Vivere a stretto contatto con questi atleti lo costringe ad un continuo impegno, al desiderio di ricercare qualcosa di tecnico e pratico che migliori le prestazioni dell'uomo-atleta.

Nel 1971 la sua grande creazione: ottiene il brevetto di invenzione e utilità per il tacchetto regolabile, un dispositivo che serve per vincolare la scarpa del corridore al pedale della bicicletta aumentando le sue capacità di spinta e le sue prestazioni in genere.Con questa creazione e con tutto il bagaglio tecnico professionale che ha ormai "sulle spalle" trova il coraggio per realizzare il suo sogno: nel 1974 apre una bottega artigianale per costruire biciclette da corsa su misura con il marchio "Pavarin"

Lo affianca nell'attività il figlio Robertoche, terminati gli studi, segue l'attività a tempo pieno. Anche lui ha già "nel sangue" il mestiere: infatti dall'età di 9 anni il padre gli ha insegnato a "imbastire" e centrare le ruote. Roberto ha però bisogno di rafforzare le sue esperienze sul campo: nel 1980 all'età di 21 anni segue la squadra dilettanti della Lombardia al Giro d'Italia. L'anno successivo viene contattato dal tecnico nazionale Giosuè Zenoni che lo vuole come meccanico della nazionale Juniores. Nel 1981 Roberto fa il suo esordio come responsabile della Squadra azzurra Juniores nel Gran Premio Stomil in Polonia. Questo è l'inizio di una lunga permanenza nella nazionale italiana di ciclismo che lo vede in prima linea per ben 12 anni consecutivi come responsabile meccanico, prima nella categoria Juniores poi in quella dilettanti.In questo periodo seguendo in gran parte le prove a cronometro Roberto progetta un nuovo manubrio adatto a queste competizioni.

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Assiste anche lui come il padre atleti che hanno lasciato grandi impronte nel mondo delle due ruote come Gianni Bugno, Franco Ballerini, Mario Cipollini.Tanti sacrifici sì, ma anche tante soddisfazioni.

Ben 18 sono ad oggi i campionati del mondo dove Roberto ha messo in gioco la sua professionalità e 10 i titoli iridati che lo hanno fatto commuovere nel veder salire un atleta da lui assistito sul gradino più alto del podio. Sicuramente però la sua più grande soddisfazione è la medaglia d'oro conquistata da Fabio Casartelli alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. Associato a questo ricordo di grande e immensa gioia vi è purtroppo un triste evento:la tragica scomparsa di Fabio in una tappa del Tour de France.  

Dal 1992 per 10 anni la famiglia si ricompone a tempo pieno e padre e figlio mettono a disposizione la loro esperienza maturata sul campo o meglio "sull'ammiraglia" per progettare e costruire biciclette su misura

Nel 2003 il tecnico Rosario Fina (atleta in nazionale negli anni 80 seguito da Roberto) chiede l'aiuto "del Pava" per i mondiali in Canada e successivamente a Verona nel 2004. Il richiamo della nazionale è molto forte, ma gli impegni della "Bottega" non danno più a Roberto la possibilità di dedicarsi a tempo pieno con la nazionale.

Nel 2008 però nel "Mondiale di Varese" la possibilità di giocare in casa attira nuovamente Roberto sull'ammiraglia della squadra italiana under 23 e i suoi ragazzi lo premiano nuovamente: Adriano Malori è medaglia d'oro nella prova individuale a cronometro e Simone Ponzi si classifica al secondo posto nella prova in linea.

Dal 2009 al 2011 al seguito della Nazionale Paraolimpica Italiana colleziona numerose medaglie ma soprattutto si arricchisce di rapporti umani indimenticabili. 
L'atleta di maggior spicco è. Alex Zanardi.
In questi anni nella bottega del Pava sono passati la maggior parte dei professionisti varesini: Andrea Peron, Stefano Zanini, Dario Andriotto, Daniele Nardello, Gabriele Colombo, Davide Frattini, Ivan Basso, Fabrizio Macchi e a loro come ad ogni cliente "I Pavarin" hanno cercato e cercano di dare il meglio della loro professionalità.



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